Approfondisco dietro vostra sollecitazione l’argomento ADHD, talvolta associato alle varie forme di autismo (sia a basso che ad alto funzionamento), come nel “nostro” caso.

L’ADHD (acronimo di Disturbo da Deficit di Attenzione e iperattività) è un disturbo neurobiologico evolutivo dell’autocontrollo che comporta difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività.

Queste difficoltà derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente che li circonda. Neuroni e connessioni sinaptiche del cervello di queste persone non collaborano tra loro: vanno ognuno per la propria strada, quando invece dovrebbero incrociarsi e interagire. Cosa accade, allora? Che i bambini siffatti neurobiologicamente sono impulsivi, irrequieti, magari oppositivo-provocatori oppure disprassici o dislessici.

L’ADHD è curabile…

Non si guarisce mai “miracolosamente” da questa sindrome ma si impara a dominarla e a conviverci, più o meno tranquillamente. A sopravvivere al mondo e nel mondo.

Le terapie indicate per questi disturbi sono molteplici, infatti si parla di “terapie multimodali”: logopedia, psicomotricità, terapia comportamentale (sono le più efficaci, secondo studi statistici e fonti medico-scientifiche) a volte anche tutte insieme, a volte da sole.

Delle volte, c’è anche bisogno del supporto di terapia farmacologica.

Delle volte.

Allora, come dice il mio amico Massimo Grillo, è inutile fare “giri di parole”: l’ADHD è un disturbo della mente che, se sottovalutato, può portare a ben altre conseguenze.

Quando un disturbo mentale entra in una famiglia non guarda niente e nessuno: le famiglie subiscono un contraccolpo, alcune vengono destabilizzate, altre cambiano il loro modo di essere tali. Sicuramente, il primo passo è quello dell’accettazione che il proprio figlio abbia un disturbo che può compromettere i rapporti familiari e con gli amici. Pensate a quante volte i parenti rimproverano di non sopportare i vostri figli, quante volte venite chiamati da scuola perché i vostri figli sono irrequieti, quante volte in pizzeria avete avuto voglia di andare via e quante cose hanno distrutto in casa vostra. Senza contare di quei genitori che a volte vengono picchiati dai propri figli.

Questi ragazzi, se non opportunamente curati, potrebbero ritrovarsi in balia di soggetti che li potranno condurre a compiere atti non proprio legali, se non peggio!

Ricondurre l’ADHD a un problema educativo familiare è di una leggerezza spaventosa. Fare dell’ADHD una moda degli ultimi anni è di una ignoranza unica. L’ADHD è un disturbo serio che, se sottovalutato, può compromettere il futuro dei nostri figli.

La libertà di opinione è di tutti, ma nella scienza non contano le opinioni. Contano i fatti e la ricerca scientifica, gli studi e le statistiche.

Liberamente tratto (e da me interpretato) da un post di Massimo Grillo.